sabato 11 maggio 2013

IL "conto termico" o il "Green Deal"?

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Il ministero dell’Ambiente e quello dello Sviluppo Economico hanno fatto nascere il “conto termico” che motiva un interesse nelle operazioni di detrazione-rimborso negli edifici.
La proposta convalidata anche da Legambiente, cerca di fare il punto sulle direttive in materia di efficienza, con soluzioni per una riqualificazione del patrimonio edilizio italiano.







Questo significa che nel calcolo del “conto termico” potrà essere considerata la produzione di energia elettrica creata da impianti tipo fotovoltaico, caldaie a pellettes, pompe di calore, ecc. Valutando le rese dell’impianto, i limiti di emissione e la fascia climatica, e altri parametri equivalenti, sarà possibile premiare gli impianti a maggiore rendimento.
L’incentivo ministeriale dovrebbe rimborsare sino a circa il 40% delle spese sostenute.


Ma analizziamo più a fondo!
Dal 1998 sono state introdotte detrazioni fiscali del 36-41% per le ristrutturazione edili con interventi su quasi 6 milioni di abitazioni, senza però alcun vincolo di tipo energetico.
Successivamente si è incentivato gli interventi di recupero energetico con detrazioni al 55%; questi hanno motivato circa 2 milioni di interventi tra sostituzione di infissi, caldaie, pannelli solari termici, pompe di calore.

Ma questi incentivi scadono a giugno 2013 e non sono risparmi reali, in quanto presuppongono redditi da detrarre, con difficoltà per le famiglie, in un periodo di recessione a ottenere finanziamenti.
Quindi queste leggi, pur avendo riscosso grande interesse, non hanno risolto il problema!


Una soluzione potrebbe arrivare da Legambiente e AzzeroCo2 con l’intervento diffuso delle Energy Service Company (ESCo), che investono in proprio e recuperano l’investimento con il risparmio realizzato in bolletta.
Ma perché questo meccanismo virtuoso possa diffondersi occorrono nuovi strumenti e un fondo di garanzia per il credito alle imprese.

Il modello da seguire è quello già introdotto nel Regno Unito, il Green Deal, che permette la realizzazione d’interventi senza alcuna spesa per le famiglie, perchè i costi saranno interamente coperti dal risparmio ottenuto.
Secondo i calcoli, per chi abita in condominio, la riduzione delle bollette di riscaldamento sarebbe circa del 50%, entro un massimo di 11 anni, pari ad una cifra di 800 – 1300 € anno. 

Senza dimenticare che l’intervento, calcolato su 200 mila alloggi all’anno (circa 14mila condomini), metterebbe in moto investimenti per circa 3 miliardi di euro, creando forse 120 mila nuovi posti di lavoro nel periodo 2014-2020.

Speriamo che il nuovo governo riesca (decida) ad affrontare anche questo tema.



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