venerdì 7 agosto 2015

Sei un GENIO nel tuo lavoro?

Poco tempo fa, durante un viaggio di lavoro, mi fermai in un autogrill per una breve sosta; il tempo di un caffè ed un giro tra l’obbligata serpentina piena di mille oggetti curiosi.
Come sempre, mi fermai alla bacheca dei libri.
Ne presi uno a caso fra quelli che parlano di come migliorare la propria azienda, di come fare successo con poco, dimezzare i costi con niente, ecc….
Ricordo di non aver letto neanche il titolo, ma di aver osservato la copertina: c’era un gran bel faccione sorridente, con un cappello in testa ed una folta barba!
Non so chi fosse quel tizio, probabilmente il libro parlava proprio di lui, ma quelle poche pagine che lessi mi sono rimaste impresse. L’ho cercato anche su internet ma invano.
Avrei riportato volentieri le vere parole, ma vi dovrete accontentare del concetto.
Ve lo riporto scritto più o meno per come lo ricordo:



La COLLABORAZIONE è la base di un gruppo di lavoro.
La forza di un gruppo è di gran lunga superiore alla saggezza del singolo individuo, per quanto GENIO possa essere.
Ma per avere collaborazione dagli altri, è necessario averne la FIDUCIA e credo sia inutile soffermarsi su quanto sia difficile conquistarla e quanto tremendamente facile perderla.
Il fatto è che per ottenere la fiducia bisogna DIMOSTRARE di meritarla.
Si…
Dimostrare di saper fare.
Dimostrare di fare ciò che si dice.
Dimostrare di farlo bene e veloce, proprio come gli altri si aspettano da noi.

Ed è proprio questa la fregatura!!!
Perché se sei bravo a fare qualcosa, se lo fai veloce e lo fai addirittura bene, ti senti come se fossi un GENIO.
E sappiamo che il genio riesce a fare tutto bene!
Gli altri invece sbagliano e quindi non meritano la fiducia!
E se è così, non vale la pena sprecare il tempo per collaborare con loro.
Dopotutto un genio è un GENIO! No?

Può darsi….. ma di persone geniali, nella mia carriera lavorativa ne ho viste davvero poche, forse nessuna.
Invece ho potuto constatare che le buone aziende, quelle che fanno utili, sono quasi sempre formate da persone UMILI…..

Quindi bisogna:
Essere UMILI anche se sei il più bravo.
DIMOSTRARE agli altri le proprie competenze.
Ottenere la FIDUCIA delle persone con le quali si lavora.
COLLABORARE in gruppo per un obiettivo condiviso.

Era questa la ricetta di quel tipo tutto barba e sorriso!

Ovviamente il libro proseguiva per un bel po’, ma la mia sosta in autogrill era stata fin troppo lunga.
Distratto e convinto di ritrovare quel libro in qualsiasi altra area di servizio, andai via senza acquistarlo.
Io non sono un genio ed ammetto di sbagliare.
Proprio come in questo caso.
Lasciare quel libro in quello scaffale, infatti, è stato davvero un grave errore!


sabato 18 luglio 2015

Un paio di curiosità...

Il grattacielo in legno alto ben 30 piani

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Un po' di tempo fa avevamo parlato dei vantaggi di una casa in legno.
Oggi facciamo un salto oltreoceano, più precisamente a Vancouver, in Canada, dove l’architetto Michael Green ha progettato due torri in legno alte trenta metri.

Ospiteranno residenze e uffici e saranno i grattacieli in legno più alti del mondo. Inoltre l’intera architettura degli edifici è ispirata alla filosofia della riduzione degli sprechi: energia solare, trattamento e riciclo dei rifiuti, recupero dell’acqua piovana.

Niente più acciaio né cemento, ma legno in tutte le salse per una struttura sostenibile e che rappresenta un’ottima soluzione antisismica: legno di filamento laminato e cross-legno lamellare, formati da una serie di strati compattati tra loro grazie ad un intreccio ad angolo retto.



Milionario compra 200mila ettari di Amazzonia, non per business ma preservarla!

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Non capita tutti i giorni che un multimilionario spenda soldi per salvare il pianeta, anziché investire capitale per guadagnarci di più, è quello che il Signor Johan Eliasch ha fatto con parte della Foresta Amazzonica.

Il Signor Eliash è una persona molto importante nel suo campo, è il Presidente del consiglio di amministrazione e CEO della compagnia Head, conosciuta per l’equipaggiamento da tennis e da sci. E’ anche un banchiere e un produttore cinematografico negli UK, membro anche della Fondazione Internazionale della Pace.



Nel 2006 dunque Johan Eliasch ha comprato 200 mila ettari della Foresta Amazzonica da una compagnia atta all’abbattimento di alberi in Brasile. Questo terreno ha un alto valore commerciale appunto per l’alta densità di alberi che si possono sfruttare per l’industria della carta. Johan Eliasch adora gli alberi e comprende quanto siano importanti per gli esseri umani.

L’imprenditore permetterà anche gli scienziati di utilizzare la sua terra per fini di esplorazione e di ricerca di specie sconosciute.

In una recente intervista concessa a Chanel 4, Eliasch ha espresso il suo amore per gli alberi e per la loro conservazione. Ha continuato dicendo:

“L’Amazzonia produce il 20% di ossigeno per il Pianeta, quindi è importante preservare la foresta pluviale“. Incoraggia poi gli altri a fare lo stesso, affermano che più gente compra la foresta e meno saranno gli alberi abbattuti.

Ha poi aggiunto:

“L’investimento è un ottimo affare: si fa qualcosa di buono per il Pianeta. I gas ad effetto serra e le attività degli uragani hanno una certa connessione con il taglio della foresta pluviale. Dobbiamo preservare la foresta per evitare disastri globali.”

Attualmente, ogni minuto, 2000 alberi della foresta amazzonica vengono tagliati. 20 miliardi di tonnellate al giorno.


domenica 5 luglio 2015

Piccolo accenno su: "Oscuranti in legno o in alluminio?"

MC INFISSI
Dato la richiesta di alcuni ns. lettori, andiamo ad accennare le principali differenze fra le varie tipologie di materiale utilizzate per gli oscuranti.

Negli ultimi anni sono particolarmente aumentate le installazioni di persiane in alluminio, in tutto il territorio Italiano.
Come mai? E’ stata una mancanza dei prodotti in legno o sono oggetti qualitativamente superiori?
Analizziamo il caso.

Quando si decide di ristrutturare la propria abitazione, gli elementi che ci portano a una decisione più importante – quanto meno per il servizio che debbono dare – sono i complementi esterni, finestre e persiane.
Nel nostro caso parliamo di persiane.





Le persiane non sono solo una componente di decoro, ma hanno il compito di insonorizzare l’appartamento, d’isolarlo dal caldo e dal freddo, oscurarlo dal riflesso solare e, principalmente, impedire l’infiltrazione di acqua e vento.
Le persiane sono state introdotte in Europa – area mediterranea – attorno al 1700 e hanno trovato un'ampia diffusione, grazie anche alla loro gradevole struttura che contribuisce, in maniera sensibile, a definire e valorizzare l'aspetto di una facciata.
E’ evidente, quindi, che si richieda una particolare cura nella scelta della loro forma e del colore, in perfetta sintonia con lo stile dell'edificio e con l'ambiente circostante.
Nonostante la loro funzione decorativa sia molto evidente, non meno importante è il loro apporto al miglioramento delle condizioni ambientali interne.
Una volta erano fatte solamente con il legno, oggi anche con materiali alternativi come alluminio e pvc.

Quali le differenze?



Persiane in alluminio
L’alluminio è un metallo duttile, leggero e resistente all’ossidazione, con un basso potere radiante e resistente alla corrosione.
Quindi un buon candidato per l’oscurante che, esposto a continui sbalzi termici e intemperie, necessita di opportune caratteristiche ai  cambiamenti climatici.
Recentemente questo metallo può anche essere riciclato, contribuendo alla salvaguardia dell’ambiente.

Purtroppo però, non si può dire la stessa cosa per quanto riguarda la conducibilità termica che appare molto elevata, a discapito dell’isolamento.
Il valore di conducibilità termica dell’alluminio è molto elevata, circa 200 W/mK, motivo per cui negli anni si è passati da profili freddi ai cosiddetti profili a taglio termico, in cui il profilo in alluminio è suddiviso tra interno ed esterno mediante l’interposizione di poliammide, un materiale con conducibilità termica ridotta di circa 0,3 W/mK.
Questo processo ha ridotto notevolmente i valori di trasmittanza termica del telaio in alluminio.
Nonostante questi accorgimenti però, il valore resta comunque alto rispetto ad altri prodotti, a meno che non si scelgano sezioni importanti.
Piccola ma importante precisazione: la differenza tra un profilo con sezione 65 mm e uno da 75 mm è solo nello spessore della poliammide…per il resto, la parte in alluminio, resta la stessa!

Per garantire una buona durata, la manutenzione varia in base al luogo dove si trova.
Nelle località di mare o in quelle con alto grado d’inquinamento, necessitano accorte pulizie con una frequenza significativa (che pochi fanno ritenendo l’alluminio un materiale che non ne risenta) ogni due o tre mesi.
La pulizia deve essere fatta senza detergenti alcalini, acidi o con qualsiasi tipo di solvente.

Nelle aree del sud e non solo, sono spesso utilizzate le stecche orientabili con lo scopo di limitare maggiormente l’entrata della luce e del calore.
Il meccanismo che permette questa operazione alle lamelle, risente molto frequentemente di un’alterazione per effetto del calore (deformabilità) o, ancor più spesso, per la mancanza di pulizia (grippamento) e la stessa manifestazione si presenta sui fermi delle ante, posti esternamente sulla parete.

Dal punto di vista economico è difficile paragonare i vari materiali, anche perché, molto, dipende dalle sezioni.
Sicuramente e a parità di valori d’isolamento termico, l’alluminio risulta più costoso del Pvc, ma sicuramente meno del legno, sebbene i suoi inferiori valori d’isolamento.

Persiane in legno
La persiana in legno è particolarmente indicata nelle zone di montagna per il suo potere isolante, maggiore rispetto a qualsiasi altra soluzione, ma è adeguata anche nelle città, inquinate e soggette a piogge acide, conferendo il senso di eleganza e gusto della tradizione che essa rappresenta.
Nelle nostre città storiche si possono vedere spesso oscuranti che hanno ben oltre i 100 anni!

Anche la manutenzione, per quanto indispensabile, si è notevolmente ridotta, infatti le persiane in legno sono oggi verniciate con prodotti ad alto grado di protezione, assicurando sia la durata del legno che la finitura superficiale, dagli attacchi di umidità, muffe e degrado, non sfogliandosi e con durata dai 15 ai 20 anni senza alcune operazioni di ripristino.
Questi trattamenti permettono la naturale traspirabilità del materiale che ne è, in fin dei conti, forza e pregio.
E lo stesso vale anche per la ferramenta e per l’orientamento delle stecche orientabili.
Nel caso, quanto detto per l’alluminio, vale anche per il legno.

Un’osservazione: l’edilizia, mirando sempre più spesso all’economicità, ha costruito case che non prevedono alcuna forma di protezione degli oscuranti dai danni che l’intemperie possono causare, specialmente al legno, con i cardini a muro e senza ripari superiori.
Ancora oggi si notano molte case fatte nel periodo post-fascista, dove le persiane sono interne al muro (a scorrere) o nell’edilizia più popolare, con un tettino e, ancor più, con i cardini riportati sul telaio; accorgimenti indubbiamente più costosi, ma concepite per un’ottima protezione.
Infatti si evidenzia che:
- le teste dei montanti sono esposte all’intemperie e l’acqua piovana che, coadiuvata da vento e sole, tende a penetrare nelle giunzioni, manifestando il ritiro del materiale, lo scollamento, muffe, ecc.
- i montanti si piegano sotto la spinte delle stecche
- le stecche che si scollano dalla loro sede, puntando decisamente verso il basso (stecche a lisca di pesce)
- le vernici che si fessurano
- ecc.
Pensare che già invertendo la giunzione tra traverso e montante nella parte superiore, la maggiore parte di questi danni si ridurrebbe sensibilmente.


Persiane in PVC
Il PVC (cloruro di polivinile) è il materiale più recente, disponibile in varie forme e colori, anche se poco diffuso inquanto, seppure leggero e resistente, tende a perdere nel tempo le colorazioni e subisce, in tali esposizioni, continue e significative deformazioni.

Ferro e acciaio, grazie alla loro eccezionale resistenza sono invece i materiali più indicati per la costruzione di persiane blindate.

sabato 13 giugno 2015

L’UOMO DELLA QUALITA’

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Siamo arrivati alla ISO 9001, ma non sempre il modo di utilizzare questa norma (la qualità) è visto in maniera giusta.
La si vede come un obbligo. 
Quindi come costo non un investimento.
Però sappiamo che “dobbiamo fare qualità” che ci piaccia o no.    

Come dare una svolta?







Da tempo nei ns. post evidenziamo la figura del Responsabile di Produzione quale persona influente e di risultato.
A lui abbiamo spesso legato il ruolo di “controllore” perché nelle nostre aziende, falegnamerie di media dimensione, non è necessario acquisire tecnici a questo ruolo.

Comunque e se c’è,  questa figura è chiamata  come “Responsabile della Qualità”, anche se sarebbe più giusto "Quality Manager" non per usare i soliti inglesismi, ma perchè "manager" sta per “direttore” cioè colui che guida gli altri a raggiungere gli obiettivi.    
Allora pensiamo alle nostre falegnamerie:  chi è il responsabile della qualità?  
In teoria tutti, nella pratica la figura del titolare o di una persona scelta dalla Direzione.  
Grave errore!
Gestire la qualità non è tenere le carte a posto (procedure, istruzioni, etc.): i documenti sono lo strumento, non il fine.

Il “direttore della qualità” è un responsabile e, non a caso, la ISO 9000 quando indica i suoi compiti, gli fa un importante abbinamento: responsabilità e autorità.      
La qualità applicata male evidenzia la prima ed esclude la seconda.
Sue responsabilità sono:
- rendere chiari e condivisi gli obiettivi (qualità del prodotto, del servizio, ecc.)
- coordinare gli altri così che sia sempre applicata (metodi, correttivi, ecc.)
- aiutare le persone a crescere per il bene dell’azienda

Parallelamente deve avere l'autorità per:
- richiedere risorse 
- intervenire se i risultati sono scarsi
- elogiare o criticare le carenze del personale

Non è una questione di dimensione, grande o piccola l’azienda è costretta a dare sempre più prodotti e servizi di qualità e in falegnameria dobbiamo iniziare ad investire sulla sua formazione e professionalità.

sabato 4 aprile 2015

Buona Pasqua 2015


Una riflessione....

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L’altro giorno mi sono fermato per una visita di cortesia in un’azienda un tempo nostra cliente.
Ottima accoglienza, il giro nei reparti, saluti ai dipendenti e due chiacchiere in ufficio.
Classica domanda “come va?”
La risposta ad orecchi bassi:
“calo del fatturato”, “ritardi di consegna”, “qualità peggiorata”, “tanti rifacimenti”….. 



Ben conoscendo l’azienda ho chiesto di rifare “il giro” cercando di capire il perché di questi problemi.

Purtroppo il calo attuale di fatturato è cosa generalizzata, ma siamo poi tanto sicuri che dipenda dal periodo di “crisi” e non ci sia un nostro.….concorso in colpa?
Riflettendo su quanto ci hanno detto, mi chiedo:
a Ritardi di consegna? 
Sicuramente ci sono più motivi che non dipendono da noi, come i tempi di consegna più brevi, l’aumento delle richieste più complesse da produrre, i ritardi di fornitori e così via, ma quasi sempre la consegna in ritardo dipende da una programmazione non corretta, da acquisti non programmati, da errori di lavorazione, i rifacimenti ecc.
Perciò il problema principale non è la crisi……. Il problema principale in realtà siamo noi!
b Qualità peggiorata?
E’ cosa difficile la qualità, ma siamo certi che le persone nei reparti produttivi sanno quale qualità vogliamo?
E siamo certi che in ogni postazione sia verificata?
E il macchinario è in condizione di costante affidabilità?
c Tanti rifacimenti?
Logicamente, tutto si collega motivando errori di varia natura.
Ad esempio i dati e le informazioni trasmesse ai reparti, siamo certi che siano sufficienti?
E sono stati dati nei tempi giusti?
Ed i reparti sono organizzati con tutto il materiale occorrente per lavorare al meglio?

Questi sono tutti problemi che capitano spesso ultimamente, specialmente in situazioni di stress produttivo e che, inevitabilmente, limitano i risultati nei piani commerciali, negando la fiducia dei clienti.

Cosa fare quindi?
La qualità non è solo un buon prodotto, ma serve a dare certezze, affidabilità e servizio ai nostri clienti.
Proprio ciò che manca a questa azienda!
Però tutti noi sappiamo che “dobbiamo fare qualità”…..che ci piaccia o no!     

Come dare una svolta?
Non ci sono molte soluzioni e, per quanto ci riguarda, da tempo evidenziamo la figura del Responsabile di Produzione.
A lui è legato il ruolo di controllo e sarà lui, quale “direttore”, a guidare gli altri al raggiungimento degli obiettivi.  
 
Allora mi domando:  ma in questa azienda c’è il Responsabile di Produzione?                                                                                                                                                                            
E nelle Vostre?

sabato 28 marzo 2015

Madexpo 2015 - Le nostre impressioni

Esposizione di porte, finestre, sistemi di recupero energetico, case in legno, e tanto altro.

Noi siamo stati il primo giorno e abbiamo notato con piacere la presenza di molti visitatori, che, a onor del vero, non ci aspettavamo!

Molte le cose interessanti, ma prima tra tutte, l’attenzione al “recupero dell’edilizia esistente” con  prodotti per la riqualificazione di questo enorme patrimonio che è la ristrutturazione



Tra quello che ci ha più colpiti possiamo dire:
Porte per interni
Ottime soluzioni per completare gli ambienti con armadiature, pareti attrezzate per divisori tra ambienti, ecc., modelli e finiture di grande rilievo.
Grandi soluzioni generalizzate per porte a filo muro complanari con cerniere a bilico e a scomparsa. Nell’insieme prodotti di buona qualità ed abbastanza economici. (Ferrerolegno, Garofoli, Bertolotto, ecc.).
Degna nota alla presenza dello stand di Braga che negli ultimi anni ha incrementato particolarmente le tipologie per semilavorati e finiti di porte intelaiate e tamburate, evidenziandone i materiali e le logiche distributive.

Finestre
Un’invasione di PVC dell’Est con prodotti di discutibile qualità tecnica e di finiture.
Per non dire dei prezzi assurdi, inadeguati e tali da sciupare un qualsiasi mercato.
Ottima la qualità e la tecnica dei pochi prodotti in legno e legno-alluminio che finalmente fanno ritorno sulle proposte al mercato.
Tra le proposte significative abbiamo notato i "sempreverdi" sistemi di aereazione e ricircolo automatico montato direttamente sul telaio (Internorm ad esempio, che però pregiudica l’aereazione con persiana o tapparella chiusa.)
Inoltre Maico  che ha presentato un nuovo sistema per gli alzanti scorrevoli e che ci pare degno di considerazione.
nella prima delle tre versioni (HS standard, HS performance, HS-L) propone l’adattamento del  proprio sistema alla finestra del cliente.
Il listello nel nodo centrale è fa¬tto con materiale isolante e guarnizioni integrate applicabile "a clip".
La tenuta all'acqua massima certi¬ficabile è di 7A (pioggia battente con vento a 80 Km/h).
Valore di non facile raggiungimento, ma la filosofia proposta è di cer¬tificare quelle re¬plicabili sulla produzione di serie.
Carrello molleggiato ad una ruota (da aggiungere al carrello sia anteriore sia posteriore) per ante di grandi dimensioni e pesi.
Ad alzante chiuso, il peso dell'an¬ta comprime le molle interne, quando si ruota la maniglia per aprire, le molle si esten¬dono e aiutano il sollevamento.
Sostituzione dei perni sull’anta con ganci incassati e retraibi¬li che, oltre a aumentare il valore di  antieffrazione, tiene liscia la su¬perficie del telaio.
Il sistema monta soglie per casa clima, cioè senza manifestare ponti termici e condensa (ad eccezione di quelle in alluminio) e che sono ideali per il risparmio energetico.

Ottime in genere le presentazioni dei prodotti ed in particolare ci sono piaciuti quelli di Carminati, PB, 
Velux (con una finestra che trasforma il sottotetto in un balconcino) ecc.

Per il resto tutto come previsto: assenti molti nomi, molti spazi vuoti, qualche novità nella posa certificata e nelle costruzioni di case in legno.



giovedì 12 febbraio 2015

Perché cambiare?

Link della foto
Ieri ho letto un libro, piccolo, ma soddisfacente:
Racconta di quattro creature dentro un labirinto alla ricerca continua di cibo, per la precisione si parla di due topini, Nasofino e Trottolino e due gnomi, Tentenna e Ridolino.
E' un libro scritto per tutte le età e tipo di persona, lo si legge molto velocemente ma il messaggio che lascia dura tutta la vita.

Qua di seguito....la nostra breve versione!




I topini non erano particolarmente intelligenti, ma il loro istinto li portava a rosicchiare formaggi delle migliori qualità.
I due gnomi, al contrario, molto intelligenti cercavano un formaggio con la “F” maiuscola, convinti che solo quello avrebbe dato loro successo e felicità.

Nel labirinto era conservato dell’ottimo formaggio nascosto in zone buie e tortuose dove era facile perdersi; quindi solo i più capaci avevano diritto al successo.
I due topini avanzavano a tentativi, lasciando i corridoi sforniti e correndo all’impazzata negli altri. Nasofino forte del proprio olfatto fiutava la strada e Trottolino correva a vedere se c’era il formaggio, spesso perdendosi nei corridoi.
Gli gnomi invece si complicavano la vita con ragionamenti tortuosi e complessi.
Entrambi comunque, prima o poi arrivavano al formaggio.
Un bel giorno trovarono un ricco giacimento di formaggio e così tutte le mattine vi arrivavano seguendo ognuno il proprio schema di ricerca.
Gli gnomi però cominciarono a prendersela comoda, ritenendo il deposito infinito e di esclusiva proprietà.
Invitarono amici e conoscenti, pavoneggiandosi con arroganza, tipica di coloro che hanno successo, tanto che un giorno Tentenna, poetico, scrisse sul muro: “il formaggio dona la felicità”

I due topini si accorsero che il formaggio non c’era quasi più e seguendo l’istinto ed il fiuto di Nasofino si….rimboccarono le maniche e andarono alla ricerca di un nuovo deposito.
Anche gli gnomi, sprovveduti ed impreparati, rimasero sorpresi quando si accorsero che non c’era più formaggio.
Tentenna urlò che non era possibile e Ridolino entrò nello sgomento profondo, rendendosi conto di quanto sarebbe stato difficile trovare altro  deposito. 
Per loro il formaggio equivaleva a una vita felice e di facile benessere.

Così recriminando contro l’ingiustizia subita, restarono per diversi giorni senza cibo.
Tentenna disse che voleva capire come mai il deposito si fosse svuotato prima di andare a nuove ricerche e Ridolino scrisse una frase sul muro: "più importanza dai al formaggio, più ne vuoi avere per te”

Fu così che gli gnomi, aspettando che la situazione migliorasse da sola, entrarono in una profonda crisi.
I due topini intanto avevano trovato un nuovo ed enorme deposito di formaggio.

I giorni passavano e gli gnomi cominciarono a dubitare delle loro riflessioni così che Ridolino disse che era l’ora di muoversi, perché spesso le cose cambiano e avrebbero dovuto adeguarsi.

Tentenna però non era ancora convinto e Ridolino gli scrisse sul muro: “se non cambi morirai” e aprì la porta per prendere una nuova sconosciuta strada, giurando a se stesso che se fosse ricapitato un fatto simile non avrebbe atteso così tanto.

Così girovagando trovò del formaggio, ma in piccole quantità insufficienti a sfamarsi.
Scrisse un’altra frase: “annusa spesso il formaggio, così ti accorgerai se diventa vecchio” e guardando Tentenna che non si decideva a muovere un passo aggiunse: “segui una nuova direzione forse ti aiuterà”
e poi un’altra ancora: “se segui le vecchie convinzioni non arriverai mai al nuovo formaggio”

Ma Tentenna era sempre immerso nei propri bui pensieri.
Così Ridolino partì alla ricerca e cammina, cammina, un bel momento trovò quell’enorme deposito che già i due topini avevano individuato.
Si salutarono con gioia e fu così che Ridolino capì quanto era giusto cambiare rimboccandosi le maniche e lasciando perdere i vecchi sistemi.

A pancia piena si rilassò e pensando a Tentenna si chiese se le scritte lasciate gli avessero aperto occhi e mente! Poi, conscio di quanto era cambiato, scrisse sul muro:
IL CAMBIAMENTO E’ INEVITABILE 
PREVEDI IL CAMBIAMENTO
SII PRONTO A CAMBIARE
APPREZZA IL CAMBIAMENTO


….ci sarà sempre qualcuno che sposterà il tuo formaggio!

sabato 24 gennaio 2015

Come FINANZIARE la Consulenza o il Coaching

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Poiché abbiamo ricevuto richiesta d’informazioni sul precedente post intestato “Noi”, diamo la seguente spiegazione pensando di fare cosa gradita, anche a chi, magari, sa già di cosa si tratta.

Alleghiamo anche una serie di link sui quali potete trovare maggiori specifiche.
Comunque grazie dell’interesse dimostrato.

 Esistono vari sistemi per finanziare i nostri servizi di consulenza, tra i quali quello del “fondo interprofessionale FART” che, ci dicono, assicura la copertura sino al 100% per accompagnare le imprese nei processi d’innovazione e di sviluppo.



Con l’attivazione del finanziamento, tramite Fondartigianato, è possibile rivedere la propria attività e renderla più efficace nei costi e negli sviluppi, oggi sistemi indispensabili alla trasformazione dei processi.  Il tutto è gratuito.
Così come il nostro personale può fare un check in azienda per rilevare le esigenze e proporre un piano di sviluppo calibrato.
Di seguito i link:   Link1    Link2     Link3

COSA E’ IL COACHING
Il Coaching è un approccio specializzato per tutto il personale di un’azienda: lavoratori, manager ed imprenditori ed è particolarmente indicato per le PMI, inquanto vicino alle esigenze delle persone che ci lavorano ed utile per affrontare tutti i processi d’innovazione che l’azienda deve considerare per il proprio businnes.

LE FASI  
Il processo di coaching azienale integrato si svolge in fasi:
1         -    valutazione degli obiettivi che l’azienda deve o vuole raggiungere
           - analisi del contesto aziendale (uomini, attrezzature, sistemi, finanze, vendite, ecc.)
           - analisi dei prodotti e dei metodi di lavorazione
2         -    revisione dei processi ed applicazione del coaching individuale e o di team
           - formazione al Responsabile di lavorazione
3         -    inserimento di un sistema personalizzato per la programmazione e messa in lavorazione
           - inserimento di un sistema personalizzato per definire il Punto di Pareggio di ogni
articolo/ordine e calcolarne il Margine di Contribuzione

PERCHÉ FARLO  
Il servizio di coaching integrato porta una serie di grandi vantaggi per l’azienda e per le persone inserite al suo interno:
> facilita i processi d’innovazione
> consente di pianificare obiettivi di miglioramento commerciale, tecnico e finanziario e le      
   modalità da adottare per il loro conseguimento  
> sviluppa competenze aziendali, inquanto tutti desiderano raggiungere l’obiettivo
> consente formazione individuale e di gruppo
> permette di conoscere ed ottimizzare i propri costi
> consente il pieno controllo dei tempi di lavorazione, così da poterla gestire dai costi
> permette di avere certezza sugli utili ricavabili
….E NON COSTA NIENTE!!

venerdì 16 gennaio 2015

NOI

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Da circa 40 anni facciamo consulenza solo alle falegnamerie e garantiamo l’incremento di utili intervenendo sui metodi organizzativi e di lavorazione.
Spesso anche senza investimenti.
Vogliamo soddisfare l’esigenze dei clienti con nuovi metodi, che riducano e facciano rispettare i tempi di consegna, che migliorino l’innovazione e la qualità e abbassino i costi di lavorazione.
Tutto per diversificare l’azienda dalle altre che fanno prodotti simili.





Normalmente, quando ci proponiamo, facciamo un’analisi gratuita dell’azienda per conoscerla e per individuare i punti critici, proprio quelli soggetti a miglioramento.
Al termine dei giorni necessari, facciamo una riunione nella quale diciamo il nostro pensiero, normalmente gradito perché da idee e soluzioni.

Questo lo vorremmo proporre anche a Voi e se volete…..possiamo fissare una data per iniziarla!

venerdì 9 gennaio 2015

Posa in opera: "IL NASTRO AUTOESPANDENTE"

Sono andato a trovare un conoscente che sta ristrutturando l’appartamento e, guarda caso, c’era il posatore del falegname che preparava i materiali per montare le nuove finestre.
Un forte richiamo per  la mia attenzione.









Profilo in legno alluminio coibentato, sezione 84, doppio vetro, ferramenta Maico ventilata, ecc.
Ogni finestra protetta da una busta di pluriball chiusa sui lati e tutte assieme poste su di un pallettes.
Veramente ben fatte, un ottima finitura sulla faccia interna ed un bel profilo di alluminio.
La schiuma di coibente uniforme e ben distribuita.
Un bel prodotto.

Tornato dal posatore vedo che sta mettendo il nastro autoespandente (quello in rotoli di colore grigio antracite) sull’esterno di un telaio per garantire la sigillatura con la spalletta e l’architrave.

Poiché la funzione dell’autoespandente è essenziale ad impedire infiltrazioni di umidità, noto che il nastro è stato riportato in filo continuo anche sui 4 angoli e gli chiedo spiegazione.
Mi risponde: “Sa è così che va montato, altrimenti ogni angolo non sarebbe protetto, mentre il nastro espandendosi sigilla tutto, copre ogni fessura e così non passa ne aria ne umidità”.

Faccio notare che proprio perché il nastro è espandente la continuità sugli angoli fa sì che l’angolo del muro resterà aperto con una piccola fessura, mentre se fosse interrotto (e tagliato a 45°) aderirebbe perfettamente.
Poco convinto mi risponde: “Io glielo faccio come vuole, ma…”

Come è andata a finire secondo voi?
A ognuno il suo mestiere! e meno male che era la prima finestra!